Abside di Santa Maria Assunta, Sarzana
Settori:
2. Superfici decorate dell’architettura.
4. Manufatti scolpiti in legno, arredi e strutture lignee.
L’intervento ha riguardato il restauro delle superfici dell’abside e del presbiterio. Le tipologie di finiture superficiali sono due: intonacate e decorate a stucco.
Sulle superfici intonacate sono state eseguite indagini stratigrafiche in aree ben definite e differenti nelle superfici della volta e delle pareti, ed è stato possibile constatare che sotto alla decorazione più recente (fortemente annerita dal tempo) c’era uno strato di scialbatura sovrapposto ad una decorazione più antica. Le forme di degrado presenti erano principalmente: lesioni, mancanze dell’intonaco, micro-distacchi, abrasioni della pellicola pittorica, annerimento, alterazione cromatica, efflorescenze saline dovute a infiltrazioni d’acqua meteorica dalla copertura.
Le operazioni di restauro, di conseguenza, sono state: ï Pulitura: generale intervento di descialbo al fine di rimuovere gli strati cromaticamente alterati sovrammessi alle finiture originali. Si è trattato di una scrupolosa operazione di tipo meccanico eseguita con spatole, martellini e bisturi, procedendo in modo graduale avendo cura di non intaccare il sottostante film cromatico originale. Solo dove necessario si è proceduto alla realizzazione di specifici impacchi solventi. ï Desalinizzazione delle superfici. Consolida-mento: localizzati risarcimenti dei difetti di adesione tra gli strati di intonaco e la muratura, previa infiltrazione di veicolante. ï Ristabilimento della coesione della materia pittorica: mediante imbibizione a pennello di acqua di calce. ï Stuccatura: a seconda del tipo di mancanza da risarcire le esigenze di granulometria e coloritura delle malte da impiegare risultavano differenti. Reintegrazione cromatica.
Per quanto riguarda gli stucchi, nel soffitto decorato dell’abside della chiesa sono presenti importanti ornati plastici costituiti da un primo strato di gessatura preparatoria e sovrastante strato superficiale costituito da una miscela di gesso e calce carbonata. A seguire la base pittorica bianca costituita da boiacca, a cui si sovrappone la finitura cromatica vera e propria. Presentavano un generale aspetto scuro causato probabilmente dall’alterazione di collanti organici (film di vernice e colla) e dall’assorbimento da parte degli stessi di nerofumo, penetrato all’interno delle crettature della materia pittorica.
Nel dettaglio le forme di degrado erano le seguenti: ï Depositi superficiali parzialmente coerenti costituti prevalentemente da nerofumo e particellato atmosferico. ï Presenza di estese e grossolane riprese cromatiche non originali. ï Presenza di film superficiale translucido e alterato dalla colorazione tendente al giallo, composto principalmente da colla proteica. Si tratterebbe di un fissativo applicato in passato che oltre, a comportare l’ingiallimento delle policromie, ha accentuato i fenomeni di distacco a causa del “tiraggio” del collante di natura proteica. ï Micro-distacchi e una fitta e sottile rete di craquelure, che interessano gli strati superficiali originali. Fenomeni di de coesione, sollevamento, abrasioni e lacune della pellicola pittorica.
L’intervento di restauro si è svolto in questo modo: ï Pulitura tramite applicazione a pennello di soluzione leggermente alcalina. ï Localizzato fissaggio della pellicola pittorica mediante infiltrazioni di resina acrilica Acril 33 (in diluizione variabile dal 5 al 10%). ï Risarcimento delle lacune con malta a base di calce idraulica e polvere di marmo e conseguente levigatura. ï Ripresa pittorica su abrasioni e lacune a tempera tramite tecnica del tratteggio.